Tilen Žbona

Documentare la ricerca attestando il lavoro svolto, entrare, con la malleabilità delle forme, in diversi universi immaginari. Vojc Sodnikar Ponis, era attivo principalmente nel linguaggio delle arti visive scultoree, inseguiva, per curiosità propria, la trascrizione canonica di momenti, significati e stimoli. L’interesse per le forme sferiche, concave e convesse, con cui le sue sculture testimoniano e raccontano storie più profonde rispetto alle narrazioni astratte già viste, crescere gradualmente nell’abbraccio di tracce aptiche, attraverso la scultura e il rafforzamento dell’indirizzo dettato dall’immagine data. Così la pietra, porosa o liscia, crescente o piatta, contiene sempre e alimenta in sé, lo spirito del tratto dell’autore – innaturale ma partecipe della natura – dove le linee, le proporzioni, le strutture e i riflessi, confluiscono nella natura e in un suo spazio artificiale. La scelta di essere scultore o di assumere il ruolo dell’artista, di rimanere – nell’immersione delle idee – il modellatore dei propri pensieri, crea un individuo unico che, come persuasore, influenza il comportamento e la creazione del visibile nella propria conoscenza e intorno a sé. Per questo motivo e in questi termini, renderei a Vojc Sodnikar Ponis, un grande onore per la sua opera in cui, con eccezionale abilità e facilità, utilizza il linguaggio della creazione –principalmente- scultorea – con la quale ci lascia in eredità l’immagine imperitura del visibile.